40 volontari per una raccolta scientifica dei rifiuti sulla sponda del Panaro

322 rifiuti identificati: è questo il dato complessivo che emerge dalle due ore di attività di monitoraggio scientifico che si sono svolte sabato 8 maggio sulla riva sinistra del Panaro, in prossimità dei laghi Vivinatura.

L’attività, organizzata dal circolo Legambiente Modena con il patrocinio del Comune di Modena, si è inserita nell’ambito della sperimentazione di monitoraggio scientifico dei fiumi “River Litter” promossa a livello nazionale da Legambiente, con l’obiettivo di analizzare le tipologie di rifiuti maggiormente presenti all’interno dei corsi d’acqua italiani e sulle loro sponde. Questo tipo di monitoraggio scientifico consente da un lato di stimare quali tipologie di rifiuti vengono dispersi all’interno dei corsi d’acqua, e dall’altro di verificare quante di esse riescono a raggiungere effettivamente la foce del fiume, fino al mare, e quali invece vengono depositati lungo i corsi d’acqua.

I 40 volontari che hanno partecipato all’attività sul fiume Panaro – tra di loro rappresentanti delle Guardie Ecologiche Volontarie e delle Guardie Ecologiche di Legambiente, oltre che volontari di Fridays For Future e Modena Plastic Free – hanno esaminato un’area complessiva superiore ai 5000 metri quadri, suddivisa in tre fasce adiacenti poste a distanze crescenti dalla riva del fiume.
Nell’area più prossima alla riva, più frequentemente sommersa dalle acque, sono stati identificati 40 oggetti, fra i quali alcuni resti di veicoli. La fascia intermedia, compresa fra i 10 e i 30 metri dalla riva, si è dimostrata la più inquinata (180 rifiuti), in particolare per la presenza di rifiuti plastici (per la metà frammenti consumati da acqua e agenti atmosferici) e tessili. Nella fascia più vicina all’argine sono stati raccolti 102 rifiuti, fra i quali una tenda pieghevole da campeggio e alcuni pezzi di rete da pesca.
L’analisi dei materiali raccolti ha consentito di ipotizzare che diversi rifiuti dispersi nel fiume vengono trascinati a valle: per questo sarà necessario considerare, anche con il contributo di AIPO, la presenza di luoghi in cui questi rifiuti possono accumularsi.

Legambiente continuerà quindi l’attività di monitoraggio scientifico nei prossimi mesi, analizzando altri siti lungo le sponde dei fiumi della provincia.

 

(Foto di copertina di Alessio Pecorari)