La centralina di via Giardini è la prima stazione ARPAE a superare il limite legale di 35 sforamenti per l’anno 2020. Occorre investire sulle opere realmente utili e non applicare misure controproducenti. Continua la campagna sulla qualità dell’aria promossa dal circolo di Modena.
La situazione ambientale a Modena è tutt’altro che buona. La conferma arriva dalla centralina di misurazione delle PM10 collocata su via Giardini, che quest’anno ha superato, prima in tutta l’Emilia-Romagna, la soglia di 35 sforamenti giornalieri del limite di 50 μg/m3. Si tratta della centralina da traffico che stima la concentrazione di polveri sottili presente lungo le strade più trafficate, quella che respirano gli automobilisti, i ciclisti e i pedoni.
Un record negativo che si affianca ai 28 sforamenti già misurati nella centralina di parco Ferrari, che ha il compito di misurare l’inquinamento urbano di fondo (la quantità “media” di smog che tutti i modenesi respirano all’interno dell’area urbana).
Nel 2019, per intenderci, il superamento del limite di 35 sforamenti in via Giardini si era misurato solo il 10 ottobre, nel 2018 il 15 novembre. Che sia responsabilità di condizioni meteo sempre più sfavorevoli o meno (la mancanza di precipitazioni in inverno è infatti un fattore importante), è comunque evidente che è mancata negli anni un’azione decisa sulle principali fonti di emissioni.
Ricordiamo che, tenendo conto delle emissioni primarie e dei precursori, la maggiore responsabilità dell’inquinamento atmosferico di PM10 è in capo al traffico di merci e persone, che incide per il 34% (dati ARPAE); seguono gli impianti di riscaldamento, responsabili del 20%, e il settore agricolo e zootecnico con il 19%.
È evidente la necessità di agire su più fronti per alleviare questa situazione. Sul fronte del traffico, oltre a rammentare una volta di più che le nuove autostrade non possono essere viste come una soluzione e che sono al contrario dannose, poiché oltre ad essere impattanti promuovono modalità di spostamento non efficienti (siamo infatti ben lontani dalla totale conversione del parco mezzi verso tecnologie “pulite”), bisogna ricordare che tali opere sottraggono fondi alla realizzazione delle vere infrastrutture utili, quelle ferroviarie: esse permetterebbero di ridurre il numero di veicoli circolanti, oltre a rendere più efficienti gli spostamenti (in particolare per le merci che si muovono su grandi distanze).
Ci sono poi misure applicabili da subito, come quella di ridurre i limiti di velocità in autostrada nei giorni di attivazione dell’emergenza smog: come ha dimostrato il progetto BrennerLEC, abbassare a 100 km/h il limite può portare a riduzioni delle emissioni di ossidi di azoto (precursori delle polveri sottili) fino al 30%. Si tratta di una misura che esula dalle competenze del Comune, ma che il Comune stesso può sostenere nei prossimi negoziati per il rinnovo del Piano Aria Integrato Regionale.
Passando agli altri settori, mentre per gli impianti di riscaldamento sono già oggi in vigore regole stringenti che vietano l’impiego dei dispositivi più inquinanti, occorre guardare anche al settore agricolo e zootecnico, relativamente al quale Legambiente ha recentemente denunciato alla Commissione Europea il Ministero per le Politiche Agricole, per la violazione di 4 direttive legata all’autorizzazione allo spandimento dei liquami nei campi durante i mesi invernali (pratica vietata perché inutile per l’agricoltura e dannosa per la qualità dell’aria).
Occorre quindi agire, non in maniera casuale ma coerentemente con le necessità della popolazione che continua a vivere in un territorio fortemente impattato dalle attività umane e costantemente danneggiato dalle azioni di attori pubblici e privati che paiono incapaci di agire efficacemente sulle principali fonti di emissione di polveri sottili.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle emissioni di polveri sottili, il circolo modenese di Legambiente sta promuovendo la campagna “Mal’Aria? – Conosciamo l’aria che respiriamo”, insieme a Officina Progetto Windsor e Polisportiva San Faustino, con il contributo del Quartiere 4.
Una cinquantina di teli con la scritta “NO SMOG” sono stati appesi a balconi e finestre di abitazioni, scuole, parrocchie e altri edifici all’interno del territorio comunale, grazie al contributo di altrettanti volontari, per ricordare a tutte le persone la situazione di reale emergenza ambientale in cui ci troviamo. Allo stesso tempo sono in corso misure delle concentrazioni di PM10 all’interno dell’area urbana, per rilevare puntualmente la qualità dell’aria che tutti noi respiriamo quotidianamente.
Al termine del periodo invernale* i risultati verranno presentati pubblicamente.
* Misure di contenimento dell’emergenza sanitaria permettendo.