Utile lo studio di fattibilità, per chiarire pro e contro dei diversi scenari. Serve cautela parlando della prosecuzione verso Carpi. Oggettiva carenza del PUMS per quanto riguarda il TPL.
L’intervento dell’ex assessore Daniele Sitta a favore della conversione della tratta ferroviaria Modena-Sassuolo in un filobus, legato alla notizia (di qualche settimana fa) che il Comune ha ricevuto i finanziamenti per uno studio di fattibilità relativo al cambio di tecnologia, già ipotizzato dal Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (da Gigetto treno a tram-Gigetto), è il segno dell’urgenza di riprendere il confronto pubblico sulla mobilità urbana di Modena. In assenza di dati che permettano di valutare la bontà del cambio di tecnologia, la priorità dell’azione amministrativa deve restare quella di garantire l’efficienza del servizio ferroviario attuale: per questo è necessario accelerare sugli investimenti per la rimozione delle intersezioni, dove programmati.
Per quanto riguarda la conversione in filobus, Sitta propone suggestioni fuori tempo massimo: l’emergenza ambientale e climatica richiede risposte nuove alla domanda di mobilità dei cittadini, e continuare la dismissione delle ferrovie a vantaggio del trasporto su gomma, per quanto elettrificato, è una risposta sbagliata.
Al contrario, confidiamo che lo studio di fattibilità affronti il cambio di tecnologia con un approccio sistemico, riconoscendo la Modena-Sassuolo come uno degli assi della rete primaria su ferro del territorio modenese, secondo per spostamenti extraurbani solo a quello bolognese: da valutare attentamente sono quindi le interconnessioni con le altre linee ferroviarie che convergono sul capoluogo e la rete secondaria di adduzione e distribuzione di autobus e filobus.
Inoltre, è importante che lo studio di fattibilità contempli anche l’ipotesi di una diramazione della linea Modena-Sassuolo da Formigine verso Maranello, come previsto dalla pianificazione provinciale (PTCP), per mettere ancor più a sistema la rete extraurbana del trasporto pubblico con le principali direttrici ferroviarie che passano per Modena.
Occorre invece cautela sull’ipotesi di unificare la ferrovia Modena-Carpi alla Modena-Sassuolo proposta dal Consiglio comunale di Modena, essendo la prima di interesse nazionale e la seconda di interesse regionale.
Resta infine aperto un nodo cruciale, quello del Trasporto Pubblico Locale che lo stesso PUMS aveva trattato molto superficialmente: l’auspicata revisione sistemica del TPL, preannunciata nel corso del processo partecipativo, non è infatti comparsa nella versione adottata del Piano, che fornisce solamente alcuni obiettivi di massima, da approfondire in un’analisi a se stante, e sottolinea la necessità di legare la revisione del sistema del TPL all’elaborazione dei documenti per la nuova gara.
Anche per far procedere il dibattito su questo punto, auspichiamo una ripresa del confronto fra Amministrazione e portatori d’interesse il prima possibile.