Inquinamento e coronavirus: le misure di contenimento hanno migliorato la qualità dell’aria?

Gli effetti delle misure di contenimento dell’epidemia di COVID-19 sulla qualità dell’aria nella pianura padana sono attualmente oggetto di dibattito.

Nelle ultime ore sono stati diffusi i dati satellitari raccolti dal programma Copernicus, che hanno rilevato una diminuzione delle concentrazioni di NO2 nell’aria del bacino padano nel corso dell’ultimo mese. Si tratta di una diminuzione apparentemente notevole.

Occorre però tener presente che l’attuazione delle misure di contenimento è stata leggermente anticipata dall’arrivo di un tempo primaverile, che a Modena ha favorito la diminuzione delle concentrazioni degli inquinanti qualche giorno prima (26-27 febbraio) rispetto alla chiusura delle scuole. Questo effetto si è osservato anche nelle concentrazioni di PM10, che sono diminuite al di sotto dei valori limite (figura 1).

Non siamo quindi in grado di affermare con certezza che vi sia una correlazione fra diminuzione del traffico e riduzione delle concentrazioni di inquinanti in aria. D’altra parte, non siamo in possesso di una quantificazione del calo del traffico veicolare, mentre sappiamo dai dati d’inventario ARPAE che, in condizioni normali, il trasporto di persone e merci su strada è responsabile del 34% delle emissioni complessive di PM10 e del 56% di quelle di NOx.

Occorre poi considerare che le stesse concentrazioni di PM10 sono risalite nel corso della giornata di giovedì (quindi a misure di contenimento già attive) fino a superare il limite di concentrazione giornaliero in diverse città dell’Emilia-Romagna (figura 2): in tal caso si può ipotizzare che lo sforamento si sia verificato a causa di condizioni meteo particolarmente sfavorevoli.

Per questo, prima di esprimere giudizi definitivi occorre valutare attentamente la reale entità della riduzione delle fonti di emissione e gli effetti dei fenomeni meteorologici. È comunque ovvio che la riduzione delle emissioni dovuta al calo del numero di veicoli circolanti contribuisce positivamente alla qualità dell’aria, e che un’azione su tutti i settori (quindi anche sul riscaldamento degli edifici e sulle emissioni in agricoltura, ad esempio) porterebbe benefici ancora maggiori.