Legambiente Modena: “No all’apertura della ZTL, provvedimento inutile e retrogrado”

Nel bel mezzo della seconda ondata della pandemia il Comune di Modena ha compiuto una scelta inaspettata e decisamente retrograda: l’apertura della ZTL del centro storico ai clienti degli esercizi che effettuano vendita di cibo da asporto. Un provvedimento che non incontra nemmeno il favore delle associazioni di categoria interessate, che infatti lo derubricano a mero contentino.

Si tratta di una scelta in totale disallineamento rispetto alle previsioni del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile approvato lo scorso luglio: si passa infatti dalla previsione di un’estensione delle aree escluse al traffico a una deroga che consentirebbe a chiunque di entrare con il proprio veicolo in centro storico. Il tutto senza alcuna valutazione in merito alle ricadute in termini di incremento del traffico automobilistico e degli impatti conseguenti sulla qualità dell’aria, oltre che in contrasto con l’impegno assunto dall’Amministrazione per ridurre il traffico veicolare attraverso la realizzazione della Rete per la Mobilità d’Emergenza (RME).

“È una vera e propria inversione a U rispetto ai contenuti del PUMS approvato pochi mesi fa” commenta Legambiente Modena. “Si passa dall’intenzione di ridurre i mezzi circolanti in centro storico ad un’apertura della ZTL che, più che ‘storica’, andrebbe definita antistorica.”

“Se l’Amministrazione voleva assumersi l’onere di agevolare il lavoro degli esercizi di ristorazione del centro avrebbe dovuto incentivare la modalità di consegna a domicilio con mezzi di trasporto a basse emissioni, che a parità di risultato avrebbero consentito un’ottimizzazione degli spostamenti e una riduzione del traffico veicolare, oltre che dell’inquinamento prodotto.”

“Non ci sfugge che, se nel corso della prima ondata epidemica poteva essere ‘più accettabile’ l’adozione di provvedimenti emergenziali, questa seconda fase non può aver colto l’Amministrazione comunale impreparata: ci chiediamo allora se questo provvedimento sia stato accompagnato da una valutazione oggettiva degli effetti reali (positivi e negativi) che potrebbe produrre, e perché in ogni caso non sia stato condiviso nei mesi scorsi in sede di discussione degli strumenti di programmazione della mobilità cittadina (PUMS e RME).”

“Ricordiamo una volta di più,” conclude Legambiente, “che oltre all’epidemia il nostro territorio è attanagliato da una condizione critica relativa alla qualità dell’aria, in particolare durante l’inverno. Dall’inizio dell’autunno si sono infatti già verificati 7 sforamenti del limite giornaliero per il PM10 nella stazione di riferimento (Parco Ferrari) ed è stato superato il tetto annuale dei 35 sforamenti concesso dalla legge. È evidente come il provvedimento della Giunta, lungi dal rimediare alla crisi economica che sta colpendo anche la nostra città, incentivi comportamenti poco virtuosi dal punto di vista ambientale. Invitiamo quindi l’Amministrazione a ritirare questa proposta davvero poco lungimirante.