Non è più il momento di proroghe: è questa la posizione di Legambiente in merito allo stop ai veicoli Euro4 diesel, una misura prevista dal Piano Aria Integrato della Regione Emilia-Romagna fin dal 2018 e il cui avvio era stato posticipato dal 1° ottobre 2020 al gennaio 2021, ma che oggi viene nuovamente rinviata.
Non sfugge che l’accordo sul blocco degli Euro4, firmato dal Ministero dell’Ambiente e dalle Regioni del Bacino Padano con l’obiettivo di dimostrare all’Unione Europea l’impegno italiano per migliorare la scarsa qualità dell’aria respirata nelle nostre città e quindi evitare di pagare le considerevoli sanzioni previste, era privo di una data limite (si era parlato del 1° gennaio per Veneto e Piemonte, e dell’11 gennaio per Lombardia ed Emilia-Romagna). È tuttavia evidente come, in un contesto fortemente impattato da episodi di elevato inquinamento atmosferico come la pianura padana, la necessità del blocco sia più giustificata dai dati relativi alle emissioni: quelle di una sola auto a gasolio Euro 4 sono comparabili a quelli provenienti da 7 automobili diesel più recenti (con omologazione 2020) o a 20 auto a benzina nuove.
Non va meglio, in realtà, con le auto diesel Euro5 protagoniste dello scandalo sulle emissioni “Dieselgate”, le prossime a non poter più circolare nelle nostre città: proprio per questo chi compra oggi un’auto a combustione, anche quelle recentemente incentivate dal governo (sotto i 135 grammi di CO2/km), dovrebbe considerare che tra una decina d’anni non potrà più circolare in città, come succede oggi con gli Euro4 (a loro volta fortemente incentivati nel 2007).
“Le Regioni avevano chiesto il posticipo dell’entrata in vigore della misura con la scusa della riduzione delle emissioni complessive rispetto all’ordinario dovute al lockdown”, dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente. “Una scusa poco fondata, perché la pandemia da Covid non è una buona ragione per abbassare la guardia sull’inquinamento: entrambi sono da considerarsi, purtroppo, una causa importante di co-morbidità, che ha portato al decesso prematuro decine di migliaia di persone nel corso del 2020. La pandemia è quindi una ragione di più per bloccare subito i diesel Euro4 e veicoli più inquinanti, in tutte le città inquinate d’Italia. Seguirà poi lo stop agli Euro5, previsto nel 2025.”
Parallelamente al blocco dei mezzi più inquinanti, che a questo punto necessita di un forte indirizzo da parte del Ministero per evitare ulteriori compromessi al ribasso, è necessario un piano che accompagni cittadini e imprese alla dismissione: un piano che colpevolmente finora nessuno ha predisposto, ma necessario per fissare davvero uno stop. Da un lato occorrono incentivi alla rottamazione capaci di indirizzare gli investimenti privati verso l’acquisto di veicoli meno inquinanti e l’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’auto propria (in particolare per chi vive in città), dall’altro un piano di comunicazione mirata a cittadini e imprese per favorire questa transizione.
Sotto questo punto di vista i 21 milioni stanziati dalla Regione dovranno essere incrementati ed investiti in maniera oculata, misurando i reali impatti delle misure che saranno adottate. Allo stesso tempo è necessario disinvestire dalle grandi infrastrutture autostradali, doppiamente dannose in quanto incentivo al trasporto di persone e merci su gomma e destinatarie di ingenti quantità di denaro pubblico che dovrebbero essere al contrario impiegate per finanziare misure a sostegno della mobilità sostenibile e a zero emissioni.
Una volta entrato in vigore il blocco, saranno 1,6 milioni i vecchi mezzi diesel Euro 4 (auto e camion) del bacino padano che non potranno più circolare di giorno all’interno delle principali città della Pianura Padana: si tratta di meno del 10% dell’intero parco di veicoli, che ammonta a 17 milioni di mezzi.
Per quanto riguarda Modena, gli Euro 4 destinati a fermarsi sono 10693, poco meno dell’8% dei veicoli circolanti; su un parco veicoli di 135618, invece gli Euro0 sono 10251 e gli Euro1, 2 e 3 sono invece 9900 (per i dettagli delle città si veda la tabella in calce).
(Dati sul parco veicolare dei capoluoghi dell’Emilia-Romagna sono disponibili in calce a questo link.)